LE CHIESE DI SALERNO - San Benedetto

Chiesa di San Benedetto

La chiesa di San Benedetto si trova in via San Benedetto a Salerno e faceva parte dell'omonimo monastero benedettino (ora adibito a caserma), a cui era collegato l’acquedotto, ancora visibile in via Arce e costruito, secondo la leggenda popolare, dal mago salernitano Pietro Barliario in una sola notte e con l'aiuto dei diavoli: da ciò, la sua denominazione di "Ponti del Diavolo".
Oggi una parte del monastero ospita il Circolo Unificato di presidio Militare e il Museo Archeologico Provinciale.

Origini
La Chiesa e il monastero di San Benedetto sorgevano in origine sull' "Orto Magno" presso le mura della città. La prima notizia della loro esistenza risale all'868, quando vengono citati in un atto giuridico che attribuiva alcune terre al convento. Non si sa chi sia il fondatore: secondo alcuni la chiesa era già esistente in epoca paleocristiana, ma appare più verosimile che ad edificarla fosse stato Arechi II o il di lui figlio GrimoaldoIII alla fine dell' VIII sec.
Nell'884 il monastero, distrutto dalle scorrerie dei Saraceni, viene ricostruito dall’abate Angelario.
Nel 930 il monastero assume il rango di abbazia diventando un importante centro religioso dell'Italia del Sud al punto da essere a capo, nel 936, di tutti i monasteri benedettini del Principato e delle Calabrie.
Nel 1057 viene eletto abate Alfano, che, una volta diventato arcivescovo di Salerno, sarà sostituto da Desiderio, già abate di Montecassino e poi eletto papa nel 1086 con il nome di Vittore III, succedendo così a Gregorio VII, che proprio tra le mura dell'abbazia era morto l'anno precedente.
Nel 1581 l'abbazia passa alla congregazione degli Olivetani.
Le leggi napoleoniche sopprimono il monastero nel 1807 e nel 1811 la chiesa diventa un teatro, il "Real Teatro di San Gioacchino", e poi di "S.Matteo": lo resterà fino al 1845, quando, ritornata in possesso della Chiesa, viene riadibita ad uso liturgico ed elevata a parrocchia col titolo di "Santissimo Crocifisso", dalla croce del miracolo di Barliario, oggi conservata al museo diocesano.
Nel 1868 il Comune di Salerno adibisce la chiesa a deposito del distretto militare; solo nel 1963 il ministero della Difesa restituisce la chiesa alla Curia e nel 1965 iniziano i lavori di restauro e recupero delle strutture originarie. Dopo i danni subìti dal terremoto del 1980, la chiesa ha riaperto al culto. Dell'antico monastero, sono visitabili, su richiesta, il chiostro ed alcune celle (una delle quali, la più grande nonchè l'unica dalla quale si veda il mare, è detta Cella di Gregorio VII).

Interno
Da ogni parte della costruzione dominano archi a tutto sesto e particolari dello stile romanico.
Sulla facciata vi è un pronao a tre archi a tutto sesto su colonne di spoglio con capitelli corinzi. A sinistra vi sono i resti dell’antico campanile.
La chiesa una volta godeva di un quadriportico, ora diviso a metà dalla strada, dentro le cui mura, già inglobate alla fine del'300 dal palazzo della Regina Margherita di Durazzo, è stato costruito il Museo Archeologico Provinciale.
L'interno è a pianta basilicale a tre navate al di sopra delle delle quali vi è una serie di monofore con cornice in tufo policromo. Due arconi murati sulle pareti laterali, sono testimoni del fallito tentativo, del XII sec., di trasformare la chiesa a pianta basilicale.

La leggenda di Pietro Barliario e la Fiera del Crocefisso
Sul crocifisso della chiesa si racconta una leggenda, che narra che il mago Pietro Barliario (costruttore, secondo la leggenda, dell'acquedotto), dopo tre giorni di penitenza per l'uccisione dei nipotini, abbia visto il capo del Cristo dipinto sul crocefisso bizantino davanti a cui stava pregando, abbassarsi in segno di perdono.
Il crocefisso ora si trova nel Museo Diocesano; anche se gravemente danneggiato da un incendio nel XVIII sec., ha ancora il viso e parte delle gambe ben visibili.
Dal ricordo di tale miracolo trae origine la Fiera del Crocifisso, che si svolge i quattro venerdì di Quaresima, prima del venerdì Santo.
Lo stesso Barliario, dopo il miracolo, divenne monaco dello stesso convento e fu quivi sepolto, assieme a sua moglie.
Recapiti Utili
Via S. Benedetto
84122 – Salerno (SA)
tel. 089253546

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