LE CHIESE DI TORRE DEL GRECO (NA) - S. Michele Arcangelo ai Camaldoli







Chiesa di San Michele al Colle S. Alfonso

Il Colle di S. Alfonso è di chiara origine vulcanica.
Era d'uso nel medioevo appollaiare sui piccoli colli una casupola, una cappella.
Agli inizi del 1500, per la devozione dei torresi, furono eretti un tempietto semisferico e un piccolo casamento che serviva da lazzaretto per le malattie contagiose. Al XVI secolo risale il monumento dell’Epitaffio, costruito lungo la “Strada Regia delle Calabrie” e il colle fu chiamato “Sant’Angelo al Pitaffio”, più popolarmente “ ‘ncoppa ‘o monte”. La denominazione Camaldoli si deve a Cesare Zaffarana, uomo colto e devoto di Messina, che decise di lasciare il suo patrimonio ai Camaldolesi a patto che fosse eretto un eremo in un luogo del Regno di Napoli.
Nel 1600 Zaffarana morì e i monaci venuti in possesso dell’eredità scelsero Monte Sant’Angelo di Torre del Greco come luogo di preghiera. Così il cardinale Alfonso Gesualdo di Napoli il 19 marzo 1602 cedette la collina e la chiesetta dedicata a San Michele Arcangelo. L’attuale chiesa in stile barocco fu edificata nel 1741: a croce latina, ha due facciate, una che guarda il mare, l’altra le abitazioni dei monaci. All’interno troviamo l’altare maggiore riccamente decorato con marmi policromi, gli altari laterali, una cappella per il Capitolo e una sagrestia. Ancora oggi si conservano stucchi, decorazioni marmoree e le tele raffiguranti San Michele che vince i demoni, S. Romualdo, fondatore dell’ordine dei Camaldolesi e l’Addolorata; inoltre si possono ammirare anche la bella sagrestia ed un coro in legno intarsiato.
Caduti i Borboni, Gioacchino Murat soppresse gli ordini religiosi e nell’ottobre 1806 i Camaldolesi furono espulsi. Dopo alterne vicende, l’intero complesso, messo in vendita, fu rifiutato dal Comune di Torre del Greco per timore di scomuniche e passò nelle mani di privati che lo trascurarono facendolo decadere: nel 1875 fu comprato dall’onorevole Federico Capone di Altavilla Irpina che sperava di poterlo restituire ai Camaldolesi; nel 1906 fu venduto al barone Russo Carlo Pontus de Knorring che fece abbattere le celle dei monaci, costruire un salone sull’ingresso dell’eremo e sopraelevare un piano sulla foresteria e l’infermeria; nel 1915 la collina fu acquistata dall’ingegnere Antonio Amodio di Torre Annunziata che affidò ai coloni tutta la tenuta; nel 1943 fu ceduta alla baronessa tedesca Maria Ursula von Stohrer che nel periodo bellico non poté seguire la conduzione della sua proprietà.
Durante il conflitto si susseguirono batterie antiaeree, un comando tedesco e poi gli alleati. La baronessa, intenzionata a disfarsi della collina, preferì tra i tanti pretendenti un ordine religioso e così nel 1954 i Padri Redentoristi acquistarono il colle che divenne Colle Sant’Alfonso nel nome di Sant’Alfonso de’ Liguori. Dopo lunghi e gravosi lavori di restauro e ricostruzione, il 29 settembre 1959, festa di San Michele, Monte Sant’Angelo ritornò al suo antico splendore di vita religiosa e culturale.
Dopo un anno si iniziarono i lavori per il nuovo edificio dello Studentato per i seminaristi del corso di teologia e del liceo, mentre per la chiesa i lavori di ripristino durarono più a lungo: bisognava riparare gli stucchi e gli altari, restaurare le tele, rifare la facciata principale. Il 7 aprile del 1963 fu riaperta al culto dei fedeli.

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