LE PERGAMENE E BOMBONIERE SOLIDALI DI SOS ITALIA

I tuoi momenti speciali diventano occasione di gioia ai bambini dei Villaggi SOS

Il tuo matrimonio, le nozze d’argento o d’oro, il battesimo del tuo bimbo, la sua comunione: sono i momenti che ricordano a te e ai tuoi cari la forza e l’importanza dell’amore nella vita. Per rendere queste occasioni ancora più ricche di significato, puoi scegliere di aiutare i bambini orfani e abbandonati nel mondo.

Con le pergamene e le bomboniere solidali fai donazioni - di 5 euro a pergamena o 3 euro a bomboniera - a favore dei progetti di SOS Villaggi dei Bambini, a sostegno della famiglia e dell’infanzia sia in Italia, sia nei 132 Paesi del mondo in cui opera l’associazione.

In particolare, vai a sostenere il progetto Pollicino, un Programma di Rinforzamento Familiare che mira a prevenire l’abbandono dei bambini aiutando le famiglie con interventi mirati. Il programma è attivo nei paesi in cui SOS Villaggi dei Bambini opera con un Centro di Sviluppo Sociale SOS, e garantisce al bambino l’accesso all’istruzione, alle cure sanitarie e all’assistenza alimentare, e alle famiglie corsi di avviamento professionale, l’inserimento guidato nel mondo del lavoro e progetti di microcredito per avviare piccole attività.

Tutte le proposte nell’area “Come aiutarci”/Aiutare in altrimodi/Lieti eventi sul sito www.sositalia.it (Oppure cerca “Lieti Eventi sul sito http://www.sositalia.it/).

Allegati:
clicca qui per scaricare la broshure in pdf

Per informazioni e ordinativi: promozione@sositalia.it

LE CHIESE DI RAVELLO (SA) - IL DUOMO

Il Duomo di Ravello

Il duomo di Ravello, un tempo dedicato all’Assunta e, successivamente, a S. Panteleone martire, è un monumento di particolare splendore che sorge nella piazza del Vescovado, situata nel punto più alto della cittadina. La chiesa, il cui rilievo fu eseguito dallo Schulz e dallo Schiavo, fu probabilmente realizzata dal Vescovo Orso Papicio, monaco benedettino intorno al 1086-1087. L’edificio ha subito, però, nel corso dei secoli, soprattutto nel XVII, notevoli rimaneggiamenti che ne hanno in gran parte alterato lo spirito, pur lasciandone sostanzialmente intatta la struttura. È il caso del porticato che precedeva la chiesa formando un grande atrio: di esso rimangono soltanto quattro colonne essendo il resto crollato a causa di un forte terremoto. Particolarmente belli ed interessanti sono il campanile duecentesco e le porte bronzee; queste ultime, divise in sette settori nei quali sono rappresentate scene della Passione di Cristo, sono attribuite a Barisano da Trani (al quale si devono anche quelle della cattedrale di Trani e di Monreale) e furono fatte costruire nel 1179 su commissione di Sergio Muschetola e di sua moglie Sicligaude. L’interno, che conserva in parte l’originaria struttura, presenta uno stupendo pergamo del XIII secolo, opera di Niccolò di Bartolomeo da Foggia; in esso si fondono mirabilmente gli stili barocco, bizantino e arabo, è finemente decorato da mosaici che formano motivi geometrici e poggia su eleganti colonnine tortili sorrette da leoni. Di fronte si trova un ambone, anch’esso decorato a mosaico, raffigurante “Giona inghiottito da un’istrice”.
Antichi dipinti di un certo rilievo si possono ammirare lungo la navata e nei transetti; così, pure pregevoli sono i ceri pasquali ed il seggio vescovile siti nella parte presbiteriale. Nella cappella di S. Pantaleone si conservano le reliquie del sangue del Santo, cui è dedicata la chiesa, forse trasportate a Ravello da qualche chierico greco scampato all’eccidio di Costantinopoli del 1453. La cappella del santo Patrono, che conclude la navata sinistra della chiesa, è a pianta quadrata, è sormontata da cupola su alto tamburo, preceduta da un grande arco chiuso da una cancellata in ferro battuto, e posta su una balaustra marmorea delimitata da due piastrini per parte, recanti, in quelli centrali, palme e corone (emblemi di martirio) e in quelli laterali, lavorati in bassorilievi, le immagini di Santa Barbara e S. Pantaleone. Nell’intradosso dell’arco, eleganti cornici a stucco delimitano cinque affreschi raffiguranti scene di vita del Santo: la prima, resa completamente illeggibile dall’umidità, rappresentava, forse, il miracolo del bambino resuscitato dopo essere stato morso da una vipera; seguono le scene del martirio con il Santo gettato in mare con una grossa pietra al collo, e quella con il Santo legato al cavalletto per essere martirizzato; le altre due sono dedicate al miracolo del cieco e dello storpio. Sulla parete di fondo si alza un grande dossale marmoreo delimitato a trittico da quattro colonne di marmo di broccato antico, sormontate da capitelli medioevali. Nel pannello centrale è ricavato un vano incorniciato da volute a teste di cherubini in marmo, entro il quale è il basamento in rame (realizzato nel 1782) di un reliquiario tardo gotico in argento dorato. Il reliquiario risulta composto di tre pezzi: l’ampolla di vetro, dalla caratteristica forma dell’antica borraccia con facce convesse; un supporto a piramide esagonale le cui facce a trapezio sono decorate da racemi e da medaglioni incassati in cornici ove sono rappresentati S. Francesco, S. Andrea, S. Paolo, S. Pietro, Cristo risorto e la Madonna con Bambino, tutti di epoca posteriore; una cornice circolare che ingloba l’ampolla, decorata con lo stesso motivo floreale dei racemi.
Nella parte centrale del trittico marmoreo è la tela raffigurante S. Pantaleone martire legato ad un tronco di ulivo posto a croce, dipinto nel 1638da Girolamo Imperiali di Genova, a cui vengono attribuiti anche gli affreschi del sottarco. Ai lati del quadro vi sono due piccole tele, probabilmente del Solimena, raffigu-ranti S. Tommaso e Santa Barbara. Il paliotto dell’altare, del 1782, è un pregevole lavoro di intarsi di marmi, pietre dure e madreperla, che sembra avere la funzione di rifrangere la luce che penetra dalle vetrate. Nella cappella sono conservate varie reliquie: il legno della Santa Croce in una croce d’argento, il braccio destro di S. Tommaso, la testa di Santa Barbara, due denti del santo apostolo Matteo, un osso di S. Lorenzo martire e reliquie di S. Filippo Neri, S. Vincenzo martire, S. Vito e Santa Lucia. Ai lati dell’altare sono due porte che conducono sul retro, ove si apre il vano del reliquiario che così si può osservare e davanti al quale passano i fedeli dopo l’avvento della liquefazione del sangue del Santo Patrono. Il busto d’argento di S. Pantaleone, del 1759, è attribuito al maestro argentiere Nicola Schisano che incise il suo nome e quello del committente, il sacerdote Lorenzo Risi, tesoriere della cattedrale che avendo causato una lesione all’ampolla contenente il sangue del Santo Patrono e temendone la fuoriuscita aveva fatto voto di farlo costruire a sue spese.

NOZZE BAGNATE - NOZZE ASSICURATE

Polizze contro rischi del gran giorno

Elysa Fazzino riprende un articolo de "Il sole 24 Ore", in merito alle polizze per i rischi del giorno delle nozze.Queste assicurazioni sul matrimonio non sono ancora presenti in Italia, sono invece attive da anni in altri paesi quali Spagna, Inghilterra, Francia, Olanda e Stati Uniti.

Nell'articolo sono presenti esempi reali e costi per ogni singolo stato.

clicca qui per leggere l'articolo completo

LUNA DI MIELE: FORMENTERA

Itinerari per il viaggio di nozze: Le Isole Baleari


Non distante dalla più nota Ibiza, anzi quasi a congiungersi con essa, Formentera è l'isola minore delle Baleari, e per anni ha costituito la meta "dimenticata" dell'arcipelago. Lo stesso nome che deriva dal romano, cioè granaio del frumento, bene sintetizza la vocazione agricola dell'isola che solo in tempi recenti si è convertita al turismo, mettendo in gioco le sue belle spiagge, forse le più belle del Mediterraneo.
Formentera è un isola caratterizzata dal vento che batte con regolarità le sue coste. Non ci sono montagne elevate come nelle altre isole delle Baleari, il punto più alto raggiunge solamente i 190 m di altitudine presso El Pilar (La Mola) e pertanto anche la vegetazione risulta meno fitta e principalmente relegata nella punta occidentale dell'isola, anche se questa carenza è in parte compensata da magnifici esempi di pini dai grandi ombrelli chiomati.
Arrivando via mare il punto d'approdo si trova a La Savina, il porto di Formentera, che non offre emozioni particolari ma è ben dotato di ristoranti e alberghi, ed è possibile noleggiare un auto o dei motorini.Il centro princiaple si trova appena nell'interno dell'isola, a Sant Francesc Xavier dove si trova la caratteristica chiesa di San Francesco, un tempo fortino che proteggeva l'isola dalle incursioni dei corsari. In questa località è presente un tipico mercatino ed altre possibilità di shopping.
Nella parte settentrionale si possono visitare le Saline, che possono offrire spunti per splendide foto, con il contrasto del bianco del sale e delle acque delle vasche che assumuno colorazioni arrossate. Le saline ormai praticamente abbandonate sono divenute delle splendide riserve naturali e ospitano stagionalmente varie specie di uccelli. Non lontano si trova la spiaggia più famosa di Formentera: Es Pujols. La spiaggia chiara, adornata da dune, digrada lentamente verso il largo e l'acqua passa tutte le tonalità del turchese pirma di confondersi, al largo, con il blu del cielo. La zona è ben fornita dal punto di vista alberghiero e turistico, come nei quartieri di Punta Prima e di Sa Roqueta, e il più delle volte il turista distratto decide di fermarsi qui, ma sono le zone più affollate dell'isola e chi cerca il puro relax è meglio che si sposti nelle cale più remote dell'isola.Ad esempio Cala Sahona noffre una spiaggia tranquilla, chiusa alla estremità da rocce rosse e con una bell'acqua trasparente quanto quella di una piscina.
Verso occidente, lungo la strada che conduce a El Pilar, da non perdere è il villaggio di Es Calo, caratterizzato da una alternanaza di spiagge sabbiose e costa rocciosa. Qui potrete trovare il vostro angolo di spiggia in assoluta tranquillità e godere del mare pulito dove è un piacere passare le ore facendo snorkeling. El Pilar possiede un bellissimo mirador, da cui ammirare il panorama dell'isola e con lo sguardo che riesce a spingersi fino a Maiorca nelle giornate più limpide.
L'ultima spiagga da segnalare, ma non la meno interessante, è la Playa de Migjorn sulla costa meridionale. La spiggia è lunghissima, circa 5 km, e quindi consente di isolarsi dal resto del mondo, tanto che spesso alcune aree vengono utilizzate dagli amanti della tintarella integrale. E' situata nella zona meno sviluppata turisticamente e pertanto è quella che conserva l'aspetto originale di Formentera, che invece, un po' alla volta. rischia di scomparire nelle altre zone dell'isola, più soggette ai grandi flussi turistici.

(tratto da www.ilturista.info)

FAI DA TE: VIDEOCORSO PREPARAZIONE BOMBONIERA

Bomboniere "Fai da te" - Preparazione Bomboniera

In questo video vi viene mostrata la procedura guidata per confezionare da soli una bomboniera. Il materiale usato è indicativo e potrete variare il tutto con la vostra fantasia.

UNGHIE PERFETTE - TECNICHE DI RICOSTRUZIONE

Ricostruzione unghie: alcuni consigli per scegliere

Se dovete partecipare ad un evento importante o semplicemente volete sfoggiare nella vostra vita quotidiana delle mani impeccabili, la ricostruzione unghie o nail art fa al caso vostro. Avendo a disposizione una vasta gamma di soluzioni è difficile trovare quella che meglio si adatti alle vostre esigenze. Se decidete di ricostruire le unghie in vista di un evento, ma intendete mantenere la ricostruzione anche nel corso dei mesi successivi, vi consigliamo di muovervi con dovuto anticipo, in linea di massima almeno uno o due mesi prima della fatidica data, soprattutto se le vostre unghie sono corte e fragili. Se invece desiderate avere mani e piedi da vip soltanto per una serata consigliamo di applicare delle estensioni, meno naturali e durature delle unghie ricostruite, ma adatte per chiunque desideri delle mani perfette soltanto per una serata.
Tecniche: Tramite resine, gel, fiberglass o estensioni si potranno avere mani curatissime in brevissimo tempo. Vedremo in breve le tecniche più comuni soffermandoci sulla ricostruzione unghie con gel , il metodo più richiesto attualmente.
Resina: La ricostruzione con la resina si realizza spalmando sull’unghia una miscela composta da polveri e un liquido catalizzatore. È la soluzione ideale per chiunque abbia le unghie particolarmente corte.
Tips: Vengono applicate delle estensioni, utilizzando una colla resina. È la soluzione ideale per chiunque desideri delle unghie perfette soltanto per una serata.
Gel: Il metodo più innovativo e popolare è la ricostruzione con gel, che permette di allungare le unghie pur mantenendo un aspetto naturale. Il vantaggio di questa tecnica, che richiede un investimento economico ed una cura costante, è la durata nel tempo e l’alta qualità a livello estetico. La ricostruzione unghie con gel è effettuata in due fasi: la fase di ricostruzione e la fase di manutenzione. Nella fase di ricostruzione, si applica sull’unghia limata una tip (estensione di plastica) o un supporto (cartina) su cui è spalmato un gel trasparente che sarà catalizzato sotto la lampada a raggi ultravioletti. Il gel costituirà la base dell’unghia su cui applicare lo smalto o le altre decorazioni. Dopo la prima fase di ricostruzione, inizia la manutenzione: ogni due o tre settimane bisognerà ritoccare il gel (si limerà un pochino la vecchia estensione e si spalmerà del gel fresco).
Il risultato della prima seduta non sempre rispecchia le proprie aspettative. Se decidete di allungare le unghie, tenete presente che l’estensione tende a staccarsi se la base dell’unghia è troppo corta. Inoltre alcuni materiali utilizzati non garantiscono l’elasticità necessaria e si scheggiano facilmente. Se avete sinora portato le unghie corte, ricordate che sono necessari alcuni giorni per abituarsi alle unghie lunghe. Una volta consolidata la lunghezza delle unghie, potrete provare la french manicure che consiste nell’applicazione di gel bianco sulla punta delle unghie e gel naturale per tutta la lunghezza. La French manicure è la soluzione ideale per un matrimonio o per una serata chic. A questo punto è di fondamentale importanza decidere se preferite affidarvi ad un centro estetico o provare un kit di ricostruzione unghie fai da te.
Centro estetico: La ricostruzione unghie in centro estetico offre il vantaggio di potersi affidare ad un centro specializzato nella ricostruzione unghie. Gli Stati Uniti, per esempio, vantano il primato di personale qualificato nella ricostruzione unghie. In Italia, i centri specializzati sono comparsi solamente negli ultimi anni, e, fatta eccezione per le grandi città, i tempi d’attesa per i trattamenti sono piuttosto lunghi (soprattutto nei centri estetici migliori). La ricostruzione unghie in centro estetico è la soluzione ideale per chiunque si avvicini per la prima volta a questo metodo, ma si consiglia di scegliere sempre centri estetici affermati. Gli strumenti delle estetiste, infatti, se non propriamente disinfettati e sterilizzati, possono diventare vettori per la trasmissione di germi e malattie (soprattutto pinzette e forbicine). Lo svantaggio principale dei centri estetici è l’alto prezzo di listino dei trattamenti di ricostruzione unghie. Per esempio, il prezzo di listino della ricostruzione unghie è circa 100 euro e ciascun refill costa circa 30 euro.
Kit ricostruzione unghie fai-da-te:
è la soluzione ideale per chiunque decida di ricostruire le unghie senza sostenere spese eccessive. In linea di massima, i kit presenti sul mercato contengono gli strumenti di base necessari. Prima di procedere alla scelta del kit è consigliabile verificare che il set contenga alcuni articoli indispensabili:
• Lampada U.V. possibilmente dotata di timer
• Gel modellante
• Gel bianco e gel rosa per french manicure
• Tip o cartine (controllate il rapporto quantità prezzo e considerate che all’inizio per ogni intervento servono più di dieci cartine)
• Pennello per spalmare il gel
• Solventi, colla per unghie
• Matita bianca per french manicure
• Lime e limette
• Glitter e brillantini per la decorazione delle unghie.
Alcuni kit contengono anche oli per le cuticole, creme esfolianti, oli addolcenti, in linea di massima prodotti facilmente reperibili sul mercato, che se contenuti nella confezione contribuiscono ad aumentarne il costo. E necessario inoltre accertarsi che i gel contenuti nel kit non contengano sostanze nocive. Alcune sostanze potrebbero danneggiare o indebolire l’unghia naturale.

LE CHIESE DI POSITANO (SA): S.Maria Assunta

Parrocchia S. Maria Assunta in Positano

La storia della chiesa di Santa Maria Assunta è legata a quella del monastero benedettino di Santa Maria, che secondo una tradizione non documentata sarebbe stato eretto in occasione dell’arrivo a Positano dell’icona bizantina della Madonna, ancor oggi venerata nella nostra chiesa. Più verosimilmente, invece, l’abbazia fu fondata nella seconda metà del sec. X; il primo cenno documentale di essa lo ritroviamo in un manoscritto della fine del sec. XI, con il quale il duca Sergio di Sorrento concedeva all’abate Mansone del Monastero di Santa Maria di Positano la libera navigazione nelle acque del suo ducato.
L’abbazia godette di un grande prestigio fin verso la metà del sec. XV, quando l’ultimo abate benedettino, Antonio Acciappaccia di Sorrento, e i suoi monaci, forse spaventati dalle incursioni di predoni cilentani, abbandonarono il monastero. Dopo alcuni anni esso fu affidato a un abate commendatario nella persona di Nicola Miroballi, successivamente eletto arcivescovo di Amalfi. Tra gli abati commendatari che ressero l’abbazia di Positano ricordiamo il cardinale Vincenzo Maria Orsini, divenuto poi Papa Benedetto XIII. Tranne qualche eccezione, il periodo degli abati commendatari fu nefasto per la nostra chiesa. Del monastero si persero gradualmente finanche le tracce architettoniche, mentre la chiesa deperiva sempre più, nonostante i continui richiami degli arcivescovi di Amalfi e un profondo rifacimento cui fu sottoposta, a cura dell’abate Pirro Giovanni Campanile, nei primi anni del sec. XVII.
Nel 1777 l’ultimo abate commendatario, Liborio Marra, fu di fatto esautorato dal clero locale che pose mano ai restauri del tempio. I lavori durarono circa cinque anni; il 10 agosto 1783 l’arcivescovo Mons. Antonio Puoti consacrò la chiesa totalmente rimessa a nuovo e il 15 agosto successivo incoronò l’icona della Madonna con una corona d’oro.
L’icona bizantina è verosimilmente giunta a Positano nel sec. XII ad opera dei monaci benedettini, i quali, a bordo delle loro navi, percorrevano le rotte commerciali e di pesca lungo le coste dell’Italia meridionale. Un documento conservato nell’archivio parrocchiale ricorda la dedicazione di una chiesa ad onore della Beata Vergine Maria nell’anno 1159 ad opera di Giovanni II vescovo di Amalfi.
La tradizione popolare, invece, vuole che l’icona sia giunta a Positano in modo prodigioso. Essa faceva parte del carico di un veliero proveniente dalle regioni orientali; giunta al largo di Positano, la nave incappò in una forte bonaccia che ne fermò la navigazione. Invano i marinari fecero ricorso a tutta la loro esperienza per riprendere il viaggio, gettando a mare una parte del carico. Poi, ad un tratto, sentirono una voce: "Posa, posa!". Il pensiero corse subito a quella effigie della Madonna col Bambino: il prodigio fu interpretato come manifestazione della volontà della Vergine di restare in quel luogo. Il capitano diede ordine di dirigere la prua verso terra e la nave riprese a muoversi. Giunti a riva, i marinai consegnarono l’icona agli abitanti di Positano, i quali l’accolsero con gioia ed edificarono un tempio in suo onore nei pressi della spiaggia.
Anticamente Positano era affidata alla protezione del martire San Vito, del quale si conserva un pregevole busto reliquiario, di scuola napoletana del sec. XVI. È una delle più pregevoli opere della Costiera Amalfitana. Il capo, sbalzato in argento, probabilmente anteriore di un secolo, presenta elementi della scuola dei Laureana: appare eseguito su un modello vivente, come testimoniano le orecchie trattate con individuale naturalezza. La capigliatura presenta larghe ciocche, lisce, con un vivo gioco di piani. Il naso è dritto come il mento, le labbra sono sottili, Singolare è il trattamento della pupilla negli occhi appena incavati. Il busto è più convenzionale, decorato a grandi "ramages" su fondo sabbiato, inteso come vestito di giubba chiusa da graffe, sopra una camicia con il collo pieghettato. Su di una graffa è incisa data del 1599. Sulla graffa grande, divise da un calice ed ostia, si leggono le parole: SANTE VITE PROTECTOR POSITANI. Sul bordo inferiore del busto vi è l’iscrizione: REGE PHILIPPO TERCIO OPUS HOC COSTRUENDUM CURARUNT SUMTIBUS CONFRATERNITATIS MONTIS CORPORIS CHRISTI GUBERNATORES EIUSDEM – HONORATUS PORCIUS A. ET M. D. MARCUS AURELIO DURSO SILVESTRO MIRELLA DOMINICUS REMITA E P. MAX. CLEMENTE OTTAVO (Durante il regno di Filippo Terzo con i mezzi della Congregazione del Corpo di Cristo i governatori della stessa Onorato Porzio [...] Marco Aurelio D’Urso Silvestro Mirella Dominico Romito fecero fabbricare quest’opera durante il pontificato di Clemente VIII).
La chiesa così come oggi si presenta al visitatore risale ai lavori compiuti tra il 1777 e il 1782, ed ai restauri degli stucchi e delle dorature realizzati circa un secolo dopo. Altri interventi particolari furono attuati nel 1982 per adeguare il tempio alle esigenze della riforma liturgica voluta dal Concilio Vaticano II.
Sopra l’altare maggiore si erge il tempietto con l‘icona bizantina; ai lati dell’abside vi è il coro in noce massiccio alle cui estremità due nicchie custodiscono l‘Addolorata (a destra) ed un pregevole Cristo alla colonna opera di Michele Trillocco del 1798 (a sinistra).
A destra dell’altare maggiore vi è la cappella di Santo Stefano all’interno della quale è custodita la statua lignea settecentesca della Madonna con Bambino. A sinistra c’è la cappella del SS. Sacramento.
Nel transetto, a destra, vi è l’altare della Circoncisione con un bel dipinto opera di Fabrizio Santafede datato 1599; di fronte a questo, l’altare della Madonna del Carmine con un dipinto proveniente dalla Certosa di Serra San Bruno in Calabria.
L’aula della chiesa è divisa in tre navate con cinque archi. Lungo la navata sinistra, procedendo verso l’uscita, dopo una porta laterale, si trovano le cappelle del Crocifisso, dell’Annunziata, di San Vito e di San Nicola di Bari; in quest’ultima è allestito un artistico presepe con pastori originali del 700. Lungo la navata destra, dopo l’accesso alla sacrestia, si trovano le cappelle di Sant’Anna, Sant’Antonio, Immacolata e San Biagio.
Sopra la porta centrale vi è la cantoria con il maestoso organo meccanico inaugurato nel 2000. A destra un piccolo ambiente custodisce un delizioso fonte battesimale.
Nell’arco di confluenza tra la navata destra e il transetto si può ammirare, sul lato destro, un pregevole bassorilievo (forse un antico reliquiario di San Vito) datato 1506. Di fronte ad esso una lapide del 1600 che ricorda la nomina ad abate commendatario di Positano del prete napoletano Pirro Giovanni Campanile: la lapide è sormontata da un bassorilievo con lo stemma dell’abate.
In sacrestia un quadro raffigurante il Cristo con la croce, risalente alla fine del sec XVI, fino a qualche anno fa collocato sopra l’altare del SS. Sacramento, un tempo sede dell’antica Congregazione o Confraternita del Corpo di Cristo.
Uscendo sul sagrato, a pochi passi dalla chiesa si erge il campanile, riedificato nel 1707 per opera di uno sconosciuto frate cappuccino ricordato in un frammento di lapide che si trova attualmente murata sulla parete esterna della chiesa lungo la via Vito Savino. Al disopra della porta del campanile è murato un bassorilievo di epoca medioevale raffigurante un pistice e sopra di esso una lapide posta nel 1902 a ricordo del positanese Flavio Gioia. inventore della bussola.

Recapiti
Piazza Flavio Gioia
84017 Positano (SA)
tel e fax 089875480

FAI DA: VIDEOCORSO SACCHETTINO PORTACONFETTI

Bomboniere "Fai da te" - Sacchettino Portaconfetti

In questo video vi viene mostrata la procedura guidata per confezionare da soli un sacchettino portaconfetti adatto sia per matrimonio che altre ricorrenze. Il materiale usato è indicativo e potrete variare il tutto con la vostra fantasia.

QUANDO SPOSARSI E' UNA VERA MALATTIA

Competitive wedding: L'ansia di organizzare matrimoni


Gli inglesi la chiamano sindrome da «competitive wedding»: è l'ansia di organizzare matrimoni più fastosi di quello degli altri

Il 60% delle donne inglesi ammette di voler stupire gli invitati

LONDRA (Gran Bretagna) - Sposarsi? Una faticaccia. Anzi, peggio. Una vera e propria malattia, nota come sindrome da «Competitive Wedding» (matrimonio competitivo), che colpisce oltre la metà delle sposine inglesi, più preoccupate di impressionare amici e parenti con ricevimenti da favola e trovate al limite del buon gusto che di dimostrare quanto davvero siano innamorate dei rispettivi partner.

L'INDAGINE - E’ stata un’indagine della TK Weddings, agenzia specializzata nell’organizzazione di matrimoni, ad evidenziare il nuovo trend: su 1.000 future spose, infatti, il 59% ammette di cercare la reazione a sensazione degli invitati, spesso lasciati a bocca aperta da idee quantomeno bizzarre ma spacciate per «assolutamente glamour», e di essere disposte a tutto (debiti compresi) pur di avere il «matrimonio perfetto», mentre solo un risicato 26% predilige l’aspetto romantico della vicenda.

LE SPOSE VIP - Ovviamente, gli esempi famosi non aiutano a modificare l’andazzo che, al contrario, viene proprio incentivato da certe cerimonie passate alla storia più per la componente kitch che per aver sancito l’unione di due persone innamorate. E se la prima a scendere in campo in questa sorta di «battaglia delle spose» è stata Victoria Beckham fu Adams, che impalmò il bel David nella sensazionale cornice del Luttrellstown Castle di Dublino il 4 luglio del 1999, da allora ogni moglie di un calciatore mediamente conosciuto della Premier League ha fatto a gara per battere le invidiose colleghe, progettando cerimonie sempre più grandiose e costose. Tanto a pagare non erano mai loro.

LE COMUNI MORTALI- Nel caso, invece, delle comuni mortali dirette all’altare, la sindrome da «Competitive Wedding» diventa pericolosissima perché si accompagna a stress e discussioni e, soprattutto, fa lievitare le spese oltre l’immaginabile. Non a caso, negli ultimi dieci anni, il costo medio di una cerimonia di nozze è raddoppiato, raggiungendo la ragguardevole cifra di 18 mila sterline (poco più di 26 mila euro), in pratica 60 sterline (circa 88 euro) al minuto. Ma, stando al sondaggio, alle dolci sposine pare importare poco, visto che oltre la metà ammette di essere disposta a fare qualunque sacrificio economico pur di avere il giorno da favola che hanno sempre sognato e di svolgere addirittura un secondo lavoro per pagare i conti delle nozze.

DENARO E PERSONALITA' - «Tutte le ragazze che si sposano vogliono che il loro matrimonio sia diverso da quello degli altri – spiega Tamryn Kirby, responsabile della TK Weddings al Daily Express – ma quello che sembrano aver dimenticato è che il modo migliore per raggiungere questo scopo è usare la propria personalità piuttosto che aprire il portafoglio e basta. Le spose dovrebbero imparare a privilegiare i loro gusti, a pensare a quello che piace loro e a quello che, invece, detestano, piuttosto che affannarsi a cercare la cosa più dispendiosa di tutte, convinte che sia anche la più bella e la più originale». Insomma, secondo gli esperti, il rischio cafone è davvero dietro l’angolo della navata della chiesa, che di solito si percorre in un tripudio di sete e merletti da 1.000 sterline in su, mentre le amiche rosicano. «Molte coppie – conclude la Kirby - sono convinte che l’unico modo per avere un matrimonio da ricordare sia quello di pagare, pagare, pagare. Ma non è affatto così, perché una cerimonia nella quale i reali sentimenti degli sposi prevalgono sul denaro impressiona molto di più gli invitati».

(Tratto da: Corriere.it)

LUNA DI MIELE: POLINESIA

Itinerari per il viaggio di nozze: La Polinesia

Polinesia, un nome che evoca tramonti infuocati, mari incontaminati e popolazioni davvero ospitali che ti accolgono con un sorriso aperto e qualche fiore in dono. Ma non si tratta di luoghi comuni, questa è l'essenza della Polinesia francese come la colse Gauguin nei suoi esotici dipinti. La Polinesia francese è composta da vari arcipelaghi, cinque per l'esattezza, e ognuno ricco di fascino e luoghi da scoprire: Arcipelago delle Isole Australi, Isole Gambier, Arcipelago delle Tuamotu, Isole delle Società e Arcipelago delle Marchesi.
Le Isole Australi sono l'arcipelago più meridionale, posizionandosi al di sotto del tropico del capricorno e quindi un po' al margine dei flussi turistici alla ricerca del caldo a tutti i costi. Per questo forse sono le isole più vere, dove la cultura polinesiana ha ricevuto la minor contaminazione del mondo occidentale. Rurutu e Tubai sono i centri principali e Rurutu risolta interessante peru una caratteristica unica nel suo genere, la presenza di numerose cavità carsiche ricche di stalattiti come quella di Anaaeo.
All'estremità orientale della Polinesia francese è situato l'arcipelago delle Gambier, distante quasi 1.700 da Thaiti! Il fascino di queste isole risiede nel fatto che si tratta quasi esclusivamente di atolli, molto spettacolari che offrono possibilità di snorkeling e divng per ogni livello. Famose sono le perle di Mangareva, l'isola più importante, dove la coltura delle ostriche è molto praticata. Qyeste isole sono davvero dei gioielli ed è un peccato che la loro fama venga offuscata dalla presenza ingombrante di Mururoa, atollo dove il governo francese ha effettuato test nucleari nel passato.
Le Tuamotu sono celebri per le loro perle nere oltre che per i meravigliosi fondali ricchi di pesci e coralli. Rangiroa e Tikenau sono i centri piàù interessanti, il primo famoso per la grande laguna (la seconda nel mondo) racchiusa dalla collana di isolette e canali che la conformano, mentre Tikenau è rinomata per la qualità delle acque e per la possibilità di incontrare mante, squali e altri pesci coloratissimi presso Tueiava pass.
Il cuore della Polinesia rimangono comunque le Isole delle Società, a loro volta suddivise in due sottogruppi, le Isole del Vento (Thaiti, Morea, Maiao) , più meridionali, e le Isole Sottovento, poste più a nord celebri per l'atollo di Bora Bora e l'isola di Raiatea. Thaiti è sicuramente il cuore fondamentale di tutta la polinesia e il profilo di Tahiti Nui con i vulcani possenti (oltre 2.000 m di altitudine) è inconfondibile. L'atra "metà" dell'sola, Thaiti Iti è collegata alla prima da una stretta lingua di terra. Papeete è il grande centro urbano e forse il suo grande sviluppo recente ha un po' alterato la sua atmosfera idilliaca del secolo aappena scorso. Ma comunque l'isola offre moltissimo e di certo non vi annoierete a visitare le Grotte di Maraa, oppure la spiaggia di PaparaMoorea è anch'essa splendida e in più si trova apochi km da Thaiti che quindi rimane sempre visibile, dando un tocco di magia al paesaggio. Infatti al Belvedere di Toatea i tramonti e le albe sono uno spettacolo di grande intensità. Poi c'è il mare, splendido ovviamente come in tutta la Polinesia, e per chi ama la natura una cascata splendida si trova a Afareaitu.
Bora Bora è invece il gioiello indiscusso di tutto il Pacifico, la perla delle Isole di Sottovento. La laguna dell'isola è semplicemente meravigliosa e cercare di descriverla è una mission impossible. Le sfumature del turchese che vira al blu, il bianco delle spiagge possono essere pienamenti compresi solo quando si arriva in areo e si sorvola l'atollo prima dell'atterraggio. Poi la giornata passata a Punta Matira, sulla spiaggia bianca e il paesaggio mozzafiato, rimarrà una delle pietre miliari dei vostri ricordi!
E infine giungiamo alle Marchesi, le isole più vicine all'equatore, un po' al margine della Polinesia e quindi anch'esse vere e solitarie, caratteristiche non da poco agli occhi del viaggiatore più esigente. Nuku Iva è l'isola più imponente con montagne ricoperte da foreste, e la splendida Valle di Hakaui caratterizzata da picchi rocciosi rivestiti da folta vegetazione. Uno dei posti più suggestivi in assoluto in tutta la regione! Poi a Hiva Oa, doveroso è l'omaggio al grande Gauguin, qui sepolto, nella terra dei tramonti e del sole che tanto l'aveva rapito.

(tratto da
www.ilturista.info)

LE CHIESE DI SANT'AGATA DEI GOTI (BN): Chiesa dell'Annunziata

La Chiesa dell'Annunziata

Entrando in Sant’Agata dei Goti per la via Caudina, si trova subito il largo Annunziata, in cui prospetta a destra la chiesa dell’Annunziata.Il sito originario risale al 1238 ad opera del Vescovo Giovanni. Nel 1764, S. Alfonso la costituì chiesa parrocchiale per le popolazioni rurali della campagna santagatese. La facciata principale unisce tratti cinquecenteschi e barocchi. La compostezza classicheggiante del portale di pietra presenta nella lunetta il mistero a cui la chiesa é dedicata: l'annuncio a Maria e l'Incarnazione del Figlio di Dio. L'Eterno Padre, nella cuspide superiore, é parte integrante della scena, scolpita nel 1564 da bravi scultori della scuola napoletana di Annibale Caccavello. Il grande portone d’ingresso in legno mirabilmente restaurato è del 1565.

L'interno è a navata unica con abside a impianto quadrangolare con soffitto a capriate ricostruito di recente su residui di quello originario. Sulla navata si aprono cappelle barocche. Le vetrate moderne, opere del maestro Bruno Cassinari e regalate alla chiesa nel 1976, si intonano bene all'antico, donando, al visitatore estasiato, fasci di colori vividi e luminosi. I due semiarchi in alto sulle pareti laterali ricordano la copertura effettuata nel 1865 su progetto dell'ingegnere R. Mosera.

La Cappella di S. Giacomo, di stile barocco, è la seconda a destra di chi entra. L'altare, scolpito nel 1714, è opera del Lorenzo Fontana; la statua é del 1719 dello scultore Giovan Battista Antonini. La cappella aveva una funzione anche sociale: provvedere cioè, con le rendite diocesane, alla dote per le ragazze povere ed erogare elemosine ai bisognosi.

La Cappella di S. Biagio è la seconda a sinistra e fu costruita nel 1619. Nel 1703 fu arricchita di stucchi e dei due affreschi di Tommaso Giaquinto che raffigurano Santi nella gloria del paradiso. Sono esposte alla venerazione dei fedeli le statue di S. Lucia, S. Rocco e S. Giuseppe.

L'abside ha conservato cospicue tracce in affresco di storie di Santi che i committenti fecero dipingere a loro devozione. Negli archi ciechi della parete sinistra ammiriamo degli affreschi: la Presentazione al tempio e la fuga in Egitto.

Nel corso di recenti lavori sono stati riportati alla luce e restaurati numerosi affreschi: il più importante è un giudizio universale che riveste la controfacciata, dal forte accento narrativo, opera di artista campano della prima metà del sec. XV; altri affreschi del ‘300 e ‘400 sono nell’abside, tra essi un’Annunciazione una Crocefissione, vari Santi e Diaconi. S. Orsola e storie della sua vita, S.Nicola di Bari.

Nella Cappella dell'Annunziata c'é la Tavola dell'Annunciazione, dipinto forse da Angiolillo Arcuccio nel sec. XV. Estatica la concezione trinitaria della scena: il Padre manda lo Spirito Santo affinché il Figlio prenda carne nel grembo di Maria. Nella controfacciata ammiriamo l'opera di un grande maestro del sec. XV che ha dato colore agli ultimi avvenimenti della vicenda umana nell'ottica cristiana: la risurrezione dei morti, il giudizio universale, l'inferno e il paradiso.La scena fu realizzata affinché fosse l'ultimo ricordo per i fedeli che uscivano dalla chiesa, come sprone per scelte decisive di rilevanza eterna.

IDEE LOCATION: Il borgo di Casertavecchia







Casertavecchia (frazione di Caserta) è un borgo medievale che sorge alle pendici dei monti Tifatini a circa 401 metri di altezza e a 10 km di distanza in direzione nord-est da Caserta.

Storia
Le origini di Casertavecchia sono ancora incerte, ma secondo alcune informazioni estrapolate da uno scritto del monaco benedettino Erchemperto, già nell'anno 861 d.C. esisteva un nucleo urbano denominato "Casahirta" (dal latino casa che significa villaggio e hirta che significa aspra).
Il borgo ha subìto nel corso della storia varie dominazioni.Originariamente appartenente ai Longobardi, fu ceduto nel 879 al Conte Pandulfo di Capua. A seguito delle incursioni saracene e alle devastazioni di Capua, gli abitanti e il clero delle zone circostanti trovarono in Casertavecchia, protetta dalle montagne, un rifugio sicuro.In questo periodo la popolazione aumentò in modo così considerevole da determinare il trasferimento della sede vescovile all'interno del borgo.
Nel 1062 ebbe inizio la dominazione normanna che portò il paese al massimo livello di splendore con la costruzione dell'attuale cattedrale, consacrata al culto di San Michele Arcangelo. Con alterne vicende il borgo passò sotto la dominazione sveva con Riccardo di Lauro (1232-1266), il quale accrebbe l'importanza del borgo anche da punto di vista politico.
Nel 1442 il borgo passò sotto la dominazione aragonese, iniziando così la sua lunga e progressiva decadenza: a Casertavecchia restarono solo il vescovo e il seminario.
Con l'avvento dei Borboni e la costruzione della Reggia, Caserta diventa il nuovo centro di ogni attività a scapito di Casertavecchia, alla quale, nel 1842, viene tolto il vescovado, anch'esso trasferito a Caserta.

Il Borgo
Il borgo di Casertavecchia è meta di interesse turistico per via del Duomo, del campanile, dei resti del castello e delle strade dell'intero borgo che ricordano lo splendore di un tempo che fu.
Lo splendido panorama fruibile in molti punti del borgo, i numerosi locali e pizzerie fanno si che spesso gli abitanti dei dintorni vadano a trascorrere il sabato sera nelle vie del borgo.
Manifestazioni folkoristiche come Il ritorno dei cavalieri nel Borgo e Settembre al Borgo, che si svolgono annualmente nel periodo estivo, hanno contribuito alla rivalutazione del territorio.


(fonte: wikipedia.it)

14 FEBBRAIO: SAN VALENTINO

San Valentino, la festa degli innamorati:

La festa di San Valentino venne istituita un paio di secoli dopo la morte di Valentino, nel 496, quando papa Gelasio I decise di sostituire alla festività pagana della fertilità (i lupercalia dedicati al dio Luperco) una ispirata al messaggio d'amore diffuso dall'opera di San Valentino. Tale festa ricorre annualmente il 14 febbraio ed oggi è conosciuta e festeggiata in tutto il mondo.

Storia: Valentino da Interamna è stato un vescovo e martire cristiano italiano. È venerato come santo dalla Chiesa cattolica e successivamente dalla Chiesa anglicana: è considerato patrono degli innamorati e della città di Terni. Sue reliquie, si trovano in Sardegna presso la chiesa di Ozieri, in Umbria a Terni, suo paese d'origine, presso la Basilica di San Valentino e a Belvedere Marittimo, in provincia di Cosenza, presso il Convento dei Cappuccini.
La festa di San Valentino, secondo i più, prende origine da un tentativo della Chiesa cattolica di bandire un rito pagano per la fertilità molto popolare all'epoca dei RomaniPer porre fine a questo antico rito, i padri della Chiesa decisero di designare un santo "degli innamorati' che sostituisse il dio pagano Lupercos. Il candidato prescelto fu appunto Valentino, un vescovo lapidato e decapitato dai romani il 24 febbraio, 270.Sulla figura di San Valentino ruotano numerose storie e leggende più o meno veritiere, tutte incentrate su storie d'amore.A Roma, nel 270 D. C il vescovo Valentino di Interamna, amico dei giovani amanti, fu invitato dall'imperatore pazzo Claudio II e questi tentò di persuaderlo ad interrompere questa strana iniziativa e di convertirsi nuovamente al paganesimo. San Valentino, con dignità, rifiutò di rinunciare alla sua Fede e, imprudentemente, tentò di convertire Claudio II al Cristianesimo. Il 24 febbraio, 270, San Valentino fu lapidato e poi decapitato. La storia inoltre sostiene che mentre Valentino era in prigione in attesa dell'esecuzione, sia "caduto" nell'amore con la figlia cieca del guardiano, Asterius, e che con la sua fede avesse ridato miracolosamente la vista alla fanciulla e che, in seguito, le avesse firmato il seguente messaggio d'addio: " dal vostro Valentino, " una frase che visse lungamente anche dopo la morte del suo autore".

Idee regalo per San Valentino:
Un fascio di rose rosse
Un cuore di peluche
Un week end in una città romantica (es. Venezia)
Un buono per un centro di benessere (per lei)
Un buono per un abbonamento in palestra (per lui)
Una borsa o un portafoglio griffato (per lei)
Un regalo hi-tech (per lui)

SPOSIDOC APPRODA AL VESUVIO EXPO' DI ERCOLANO

Sposidoc partecipa al 3° meeting "Ambiente Casa"

Sposidoc
, guida completa e dettagliata al matrimonio, annuncia ufficialmente la partecipazione all’evento-meeting “Ambiente Casa”, la rassegna organizzata dalla “Lanarc Service” e dedicata alle aziende che operano nel settore casalinghi, oggettistica, lista nozze e complementi d’arredo, in programma dal 2 al 4 febbraio 2008 negli spazi del Vesuvio Expo di Ercolano. L’equipe di Sposidoc.it sarà presente attivamente con una sua postazione, disponibile a sinergiche collaborazioni con aziende interessate a promuoversi attraverso la rete. Prevista , nel corso della tre giorni, l’estrazione di un premio offerto al visitatore più fortunato della kermesse commerciale. In palio l’opportunità di realizzare una scheda dettagliata della propria azienda, con la descrizione delle attività e cinque sezioni contenitore (servizi - galleria immagini - promozioni - dove siamo - contattaci), un vero e proprio sito all’interno del portale. Il vincitore estratto potrà inoltre pubblicare un articolo dettagliato sul frequentatissimo blog, ricco di informazioni utili e in continuo aggiornamento. Ancora una volta Sposidoc.it si conferma come il partner ideale, sensibile alle necessità di allestitori e fruitori, espositori e clienti, passepartout per un matrimonio davvero felice.

L'ingresso è gratuito ed è riservato esclusivamente agli operatori del settore.


Per raggiungere Vesuvio Expo:
Sull’A3 (Napoli-Salerno) in direzione Salerno (uscita consigliata Ercolano)
- uscire allo svincolo Ercolano
- seguire la segnaletica stradale “Vesuvio Expò” – “Complesso Zeno”
- a 400 mt girare a sinistra
- a 800 mt girare a destra (via B. Cozzolino)
- a 730 mt girare a sinistra su via Trentola 2^
- a 400 mt siete a “Vesuvio Expò”

Sull’A3 (Napoli-Salerno) in direzione Napoli (uscita consigliata Torre del Greco)
- uscire allo svincolo Torre del Greco
- alla rotonda seguire al segnaletica stradale “Vesuvio”
- a 300 mt girare a sinistra “Vesuvio”
- a 300 mt girare a destra “Vesuvio”
- a 100 mt girare a sinistra “Vesuvio”
- a 300 mt girare a sinistra “Centro”
- a 50 mt girare a destra “Comuni Vesuviani” (via B. Cozzolino)
- a 1200 mt girare a destra su via Trentola 2^
- a 400 siete a “Vesuvio Expò”

Per maggiori informazioni sull’evento:
Lanarc Service
Via G. Bruno 169 – 80122 Napoli
Tel. 0817613541 Fax 0817613673
Email info@casainmostra.net

LA MOGLIE IDEALE HA 6 ANNI DI MENO

Le donne preferiscono l'uomo più grande

L'evoluzione ha portato gli uomini a scegliere mogli o compagne più giovani di loro così da massimizzare le loro possibilità di avere figli. E una ricerca svolta in Svezia indica che queste chance di riproduzione sono maggiori quando l'uomo ha circa sei anni in più della partner. Un'equipe dell'università di Vienna ha studiato quasi 12.000 uomini e donne svedesi di età tra i 45 e i 55 anni, e i rispettivi partner. Ne è emerso che, in media, le coppie dove la donna aveva circa sei anni in meno erano quelle con più figli, una media di 2,2. Le donne, al tempo stesso, tendono a preferire l'uomo più grande, perché questo di solito significa maggiori risorse per la famiglia. Martin Fielder, che ha guidato la ricerca, scrive sulla rivista Biology Letters, della Royal Society britannica: "Questa scoperta può spiegare il fenomeno per il quale gli uomini preferiscono le donne più giovani per creare una coppia, e le donne trovano desiderabili uomini più grandi".

(fonte www.ansa.it)